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ALLARME EPO: SECONDO GLI ESPERTI RADDOPPIA IL RISCHIO DI INFARTO

26-01-2010 - News generiche
Contro l´atleta kamikaze (che qualcuno definisce "cavia perfetta") c´è poco da fare. Ma il mondo della scienza non si stanca di mettere in guardia contro i rischi della mala farmacia e del doping. Rischi continui e a volte inattesi. Secondo una recente indagine apparsa sul New England Journal of Medicine l´epo, il famigerato ormone che consente, attraverso l´arricchimento del sangue di globuli rossi, di modificare sensibilmente la prestazione e che ha cambiato il volto di molti sport nell´ultimo decennio, aumenterebbe il rischio di infarto già alle modeste dosi terapeutiche per i malati (cancro, diabete, anemia, insufficienza polmonare, dialisi ecc.). Lo studio ha esaminato gli effetti della Darboepoetina Alfa (epo di seconda generazione) su 4.000 pazienti malati di diabete, anemia e insufficienza respiratoria comparati ad altri cui è stato somministrato un semplice placebo.

Ciò che gli scienziati hanno messo subito in evidenza è come i pazienti che assumevano epo fossero esposti al rischio di attacchi di cuore il doppio rispetto al gruppo di riferimento (quello con il placebo). Insomma anche alle modeste quantità usate per cura (che non sono certo le dosi da cavallo usate per doping) l´uso dell´epo raddoppia il rischio di infarto. "Pensavamo che l´uso di epo - ha spiegato uno degli autori della ricerca, Marc Pfeffer, professore della Harvard University Medical School - aiutasse la gente a stare meglio, ma i fatti ci dicono che dobbiamo rigettare tale ipotesi".

Non è la prima volta che all´uso di epo per curare varie malattie sono abbinate conseguenze negative. Nel 2008 il Journal of Medical Association aveva riferito come l´uso di epo per curare l´anemia, associato alla chemioterapia aveva aumentato significativamente il rischio di morte. Altri studi avevano messo in evidenza la possibilità che il farmaco stimolasse la crescita di certi tumori, un particolare certamente non secondario, visto che l´epo è usata tantissimo nella cura dei tumori. I timori sono cresciuti enormemente negli ultimi tempi al punto che i dottori del Centro di valutazione delle droghe, divisione della statunitense Food and Drug Administration, hanno pubblicato un rapporto sul New England Journal of Medicine invitando ad una prudenza maggiore nelle terapie e forse già in questa stagione l´uso di questo ormone potrebbe essere regolamentato di nuovo e diversamente.

"L´epo - dice Don Catlin, guru americano dell´antidoping (che il texano Armstrong aveva indicato come suo "controllore" personale, salvo poi non iniziare neppure il programma di test previsto), attualmente presidnte dell´Antidoping Research, una fondazine no profit - continua ad essere il doping preferito, perché è efficace sulla prestazione, ma nessuno si preoccupa dei danni che provoca.

"L´ematocrito alto per cause non naturali come l´assunzione di epo - spiega Pfeffer - è estremamente pericoloso e può danneggiare il cuore". E un cuore danneggiato potrebbe essere dietro alle inspiegabili morti di alcuni giovani atleti, come riferisce la cronaca recente e recentissima. Ma anche l´uso di microdosi, per eludere i test di controllo, pratica molto diffusa nel mondo sportivo potrebbe essere molto pericolosa, visto che già i dosaggi terapeutici (su persone malate) aumentano i rischi di danni cardiaci. "L´epo non si cura del sistema cardiovascolare - dice un altro esperto, Robert Temple direttore scientifico della FDA - e noi al momento non conosciamo tutti gli effetti". Come dire che chi la usa, specie out of label nello sport, funge da cavia vera e propria con tutti i rischi connessi. Rischi che nessuno al momento puù identificare né prevedere. "Ma questo non preoccupa nessuno nello sport", sostiene Don Catlin che non si definisce tanto ingenuo da credere che nei prossimi Giochi invernali di Vancouver nessun atleta vi faccia ricorso.



Fonte: SPORTPRO.IT
 

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